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Il digital dopo il Covid19: la fascia 50-65 anni diventa protagonista

Il 3 aprile è uscito un articolo di Forbes dal titolo La rivoluzione del retail: il 75% di chi ha comprato online nell’ultimo mese non lo aveva mai fatto prima. Su tutti i blog che parlano di strategie di e-commerce leggiamo che chi ha "imparato" ad ordinare online durante l'emergenza Covid19 difficilmente smetterà di farlo una volta tornati alla normalità. Noi in realtà pensiamo che questo non si fermi all'e-commerce, ma sia valido per tutto il mondo digital: stipulare un'assicurazione online, prenotare un servizio, programmare una consegna, utilizzare il sito web della propria banca invece di recarsi allo sportello, ecc. C'è quindi una fascia di popolazione sulla quale bisognerà compiere uno sforzo aggiuntivo per rendere il proprio sito o app più attraente. Ci siamo chiesti chi c'è in questa fascia, ma non solo. Ci siamo posti una seconda ancora più importante domanda: come faranno le piattaforme digital ad accertarsi che questo pubblico riesca ad usare efficacemente i loro canali? In questo articolo abbiamo dato le nostre risposte.

 

Qual è la nuova fascia d'età protagonista e perché?


Analizziamo le singole generazioni. 
Partiamo dalla Generazione Z, ovvero quella nata tra il 1995 e il 2015 (quindi che oggi hanno fino a 25 anni). Nativi digitali, con una conoscenza degli stumenti per navigare in rete molto alta, sicuramente la Generazione Z non è quella a cui bisognerà insegnare ad utilizzare gli e-commerce. Questa generazione, pur avendo, per l'età, una possibilità di acquisto non molto elevata, si muove sulla rete con estrema facilità, avendola vissuta sin dall'infanzia.

Passiamo allora ai Millennials, nati tra inizio anni '80 e il 1994. Soprannomi di questa generazione sono Generazione Y e l'auto esplicativo Net Generation. Già solo il fatto che venga chiamata così potrebbe farci escludere questa generazione, ma aggiungiamo che si muovono senza problemi tra analogico e digitale, con un uso massiccio delle piattaforme online. L'o smartphone è spesso l'unico device utilizzato per accedere alla rete, sono fruitori dell'online streaming e nel comprare su Internet spesso usano Paypal. Ancora non ci siamo, passiamo alla generazione ancora prima.

La Generazione X, quella nata tra metà anni '60 e primi anni '80. Chi rientra in questa generazione ha spesso anche un tablet, è attivo sui social, è registrato a servizi digitali e ha iniziato a comprare online. Già questa generazione potrebbe aver avuto la spinta del Covid per imparare ad ordinare in rete.

I Baby Boomer sono nati tra metà anni '40 e primi anni '60. La loro capacità di spesa è più alta, ma, secondo una indagine di Axerve, raramente utilizzano servizi digitali a pagamento e raramente acquistano online

Possiamo escludere la prima fetta dei Baby Boomer che ad oggi ha intorno ai 70 anni e possiamo prendere la fine della loro generazione (da metà anni '50) fino ad arrivare agli anni '70, quindi chi ad oggi ha tra i 50 e i 65 anni. E' ragionevole pensare che dopo questa età ci si rivolga a figli e nipoti per ordinare su Internet o comunque si ricerchi il contatto umano anche nell'acquisto. Basta pernsare anche ai principali supermercati che hanno attivato un numero verde per anziani che vogliono ordinare la spesa per telefono per capire che possiamo escluderli. Sotto la fascia dei 50, invece, l'alfabetizzazione digitale è già avanzata.

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Lavorare sulla UX con un target completamente trasformato


Fino a febbraio 2020 siti e app dei più svariati servizi erano frequentati soprattutto da un target fatto di persone amanti della tecnologia o comunque con un’istruzione digitale minima. Adesso, ma ancor di più nella fase 2, anche se si dovesse tornare a frequentare negozi fisici la fascia 50-65 anni ha già guadagnato come lesson learned l'utilizzo delle piattaforme digitali.

Dopo la fine dell'emergenza, tutto questo si tradurrà in un probabile aumento dell'utilizzo di piattaforme, precedentemente dedicate ad un pubblico più giovane e “smart”, da parte di persone più anziane e meno smart. Come detto a inizio articolo, la domanda ora è: come fare ad accertarsi che questa fascia sappia utilizzare il proprio sito o app?

Lavorando sulla User Experience, concentrandosi in particolare su quella da display. Un metodo per accertarsi che il redisign del sito/ dell'app sia efficace è banalmente quello di chiedere a quel target di testare l'esperienza. I team di sviluppo potrebbero essere influenzati dalle loro conoscenze tecniche e non riuscire a fornire un'esperienza adatta a chi non è avvezzo a muoversi sulla rete. 

Un test esperienziale svolto con tester di questa fascia di età fa venire a galla tutte le difficoltà e necessità di quel pubblico finora poco protagonista dell'industria digitale. Nel Crowd di AppQuality, composto solo in Italia da più di 15.000 utenti, troverai i tuoi nuovi utenti reali e potrai ottimizzare insieme a loro la tua proposta digitale.  

il metodo Crowdtesting