Le nuove frontiere del crowdtesting - Il blog di Appquality

Sai quanto un bug rovina l'esperienza utente (e il conversion rate)?

Scritto da Laura Villa | 1-mag-2020 16.26.17

I bug sono una mina vagante, elementi imprevedibili. Ma soprattutto, compromettendo l’esperienza dell’utente, sono il nemico giurato del tasso di conversione del tuo sito, e-commerce o app. Ti vogliamo far comprendere che impatto possono avere e ti diamo una soluzione per evitarli prima e dopo la release: il crowdtesting.

 

Anatomia di un bug

Un bug indica un difetto, un errore o una falla nel software o nel sistema sviluppato che produce risultati imprevisti.

Generalmente sono di due tipi:

  • funzionali, quindi più strettamente legati alla cattiva o alla mancata programmazione del codice del software;
  • visuali, quindi relativi all’aspetto grafico dell’interfaccia di un sito o di un’app (la UI, user interface).

Inoltre, anche se non possono considerarsi appieno “bug” perché non sono degli errori di codice, un software può avere i problemi di usabilità, ovvero mancate corrispondenze tra le aspettative dell’esperienza di un utente e la risposta di un prodotto digitale durante l’interazione.

 

Come categorizzare l’impatto di un bug

La mancanza di lungimiranza nell'anticipare i bug può causare seri problemi. Basti pensare che tutti i bug, di qualsiasi tipo siano, interrompono la funzionalità del prodotto e causano un effetto a catena in altre aree: quando identificato, deve essere monitorato e corretto per assicurare un’ottima qualità dell’esperienza utente.

L’impatto di un bug è misurato in base alla sua gravità rispetto alle KPI del prodotto digitale e in base alla sua priorità di risoluzione.

La scala della gravità di un bug copre i vari gradi di compromissione di software e dalla sua fruizione da parte dell’utente (critica - alta - media e bassa); parallelamente la priorità di un bug segnala la rapidità con cui un bug deve essere risolto per garantire il minimo impatto possibile sul prodotto (immediata - alta - medio - bassa).

 

Caro, carissimo bug. Storie di disastri tecnici ed economici

L’impatto che ha un bug si conta anche in termini economici. Secondo uno studio di ITIC, ogni ora di downtime per risoluzione di bug può costare mediamente a un’azienda 100mila dollari; il 33% delle aziende che hanno partecipato allo studio ha dichiarato che quell’ora di manutenzione e inattività è costata tra gli 1 e 5 milioni di dollari.

Esistono inoltre casi di bug illustri che hanno coinvolto brand importanti: a marzo 2018 un bug al programma della Mercedes che simula le strategie di gara è costato la vittoria del Gran Premio d’Australia a Hamilton.

O ancora Nest, termostato di proprietà di Google: durante gennaio del 2016 un glitch nel software non permetteva più la regolazione della temperatura e ha lasciato i consumatori a vivere un inverno freddissimo o, ancora peggio, senza acqua calda.

 

Che impatto ha un bug sull’esperienza utente

I bug non piacciono a nessuno, a partire dagli sviluppatori fino ad arrivare agli investitori. Ma c’è qualcuno per cui un bug diventa un vero dealbreaker: i clienti del tuo software.

I dati raccolti dalle più importanti ricerche nell’ambito parlano chiaro e dovrebbero farti rizzare le antenne. Un buon modo per essere lungimirante, è sottoporre il tuo prodotto al crowdtesting, ovvero a una prevenzione, valutazione e ottimizzazione dei bug da parte di una community di tester verificati.

 

Ma torniamo ai dati. Il 79% degli utenti è meno propenso a fare di nuovo acquisti su un e-commerce con problemi (fonte: Kissmetrics), il 44% cancella subito un’app se non funziona (fonte: Apigee) e il 34% passa a un competitor se non soddisfatto (fonte: Compuware). In più il 39% smette di interagire con un sito che carica troppo lentamente (fonte: Adobe).

Riassumendo: bounce rate altissimo sulle pagine che devono convertire, conversion rate insoddisfacente e, in caso di tempi di caricamento lunghissimi, penalizzazione del sito nell’indicizzazione SEO.

 

Prevenire un bug evita costi, stand-by di manutenzione e utenti scontenti. Saperlo riconoscere in tempo è un comportamento virtuoso, nonché una delle best practice dei prodotti di maggior successo. E che fanno la differenza.